Bormio, la ricerca non si ferma

L'ultima di Maldifassi? Un teodolite e tre camere per l'equazione di moto

Che cosa ci fa Stefano Maldifassi sul tetto di una casupola in legno fuori dalla Baita de Mario, il quartier generale degli azzurri? Con Arrigo Canclini e le sue apparrecchiature sta studiando in questi giorni a Bormio una nuova metodologia per analizzare in maniera approfondita il profilo della velocità di ogni singolo atleta e i movimenti del corpo. Ci spiega Maldifassi, il responsabile in Fisi della ricerca: "Questo lavoro ti permette di avvicinarti alla definizione di un equazione di moto, ossia studiare ogni aspetto della velocità e ogni movimento". Maldifassi e Canclini hanno posizionato in tre punti nella zona del Ciuk, appena sotto la diagonale della Carcentina, tre videocamere. Nella postazione principale c’è anche un teodolite che fissa tre punti principali, i tre punti per l’elaborazione dei dati. Vediamo come funziona questo studio. Ancora Maldifassi: "Attraverso questa apparecchiatura facciamo una ricostruzione cinematica in tre dimensioni del gesto. Il video riconosce i punti nello spazio e ti permette di ricostruire virtualmente il movimento dell’atleta. Alla fine si sovrappongono i tre video e otteniamo due risultati principali utili per la nostra indagine. Il primo rigurda il profilo della velocità di ogni segmento corporeo del soggetto, compreso il baricentro. Il secondo, che è di valenza biomeccanica, serve ad individuare come i diversi segmenti corporei (gli arti) si muovono in maniera relativa. Queste due analisi permettono appunto di definire un’equazione di moto". Un altro passo avanti della ricerca, un progetto in via di ultimazione. Certo, non si vince una gara solo con questo sudio, ma la ricerca e la scienza fatte in modo così professionale ed analitico, ti permettono  di oggettivizzare degli elementi in uno sport con così tante variabili come lo sci alpino. Avanti così.

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